Influencer ed Influencer Marketing - Pt.1

Chiara Buondonno

Social Media Manager

C’è chi li ama, chi li odia, chi li invidia. 

Da qualche anno a questa parte gli influencer fanno ormai parte del nostro quotidiano. Moltissimi di noi sono fruitori diretti dei loro contenuti, seguondoli in prima linea sui nostri canali social. Ma il fenomeno dell’influencing si è evoluto e sempre più spesso vediamo gli influencer anche al di là degli schermi dei nostri smartphone: ospiti ad eventi, trasmissioni tv e addirittura ne troviamo gli scritti in libreria. 

Questo fenomeno ormai si è affermato ed è difficile trovare qualcuno che non sappia cosa significhi “influencer" ma, il più delle volte se chiediamo apertamente per una definizione, la risposta che ci viene data è sbagliata.

Spesso si ritiene che per diventare influencer basta avere grandi numeri sui social, generalmente Instagram. Si pensa che il lavoro consista nel consigliare tutto quello che si riceve in regalo dai brand indiscriminatamente e che le persone, generalmente giovani e adolescenti, siano talmente rapiti da queste personalità da abboccare ad ogni promozione presente sui loro canali. Ma non è così.

Chi è davvero l’influencer?

Secondo il Treccani, l’influencer è 

[Un] Personaggio popolare in Rete, che ha la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti e, in particolare, di potenziali consumatori, e viene utilizzato nell'ambito delle strategie di comunicazione e di marketing 

Per determinato gruppo di utenti si intende generalmente il seguito, o meglio la community, dell’influencer. Come ogni azione di marketing la promozione di un prodotto o servizio tramite influencing deve avere ben chiaro il target di destinazione ed è in base a questo e alla settorialità del prodotto/servizio da promuovere, che si effettua la scelta dell’influencer più adatto. 

Sono infatti pochi gli influencer che riescono a influenzare il proprio seguito su tanti argomenti, probabilmente solo i più famosi, con milioni di followers, diventati ormai vere e proprie celebrità, seguiti non tanto per la nicchia di cui si occupano ma proprio per la loro persona. L’esempio come al solito è Chiara Ferragni.

Chiara infatti riesce a tener vivo l’interesse dei suoi follower pur non parlando solo di moda (il settore con cui ha iniziato e di cui si occupa maggiormente) o del suo marchio, coinvolgendoli nella sua vita parlando della sua famiglia, di suo figlio, delle sue abitudini e promovendo, come negli ultimi mesi, le bellezze del territorio per supportare il turismo italiano. Ormai qualunque cosa faccia viene riportata anche dai giornali. Conseguenza ovvia che il suo listino prezzi sia esorbitante e che solo i marchi più famosi riescano a permettersi una sponsorizzazione da parte della Ferragni. 

Apriamo una piccola parentesi per fare un esempio pratico.

Conte, i Ferragnez e le mascherine

Ultimamente la Ferragni è stata, insieme a Fedez, centro dell’ennesima questione, questa volta perché ai Ferragnez è stato chiesto dal Premier Giuseppe Conte di utilizzare la propria influenza per sensibilizzare i giovani sull’utilizzo della mascherina.

La richiesta d’aiuto da parte del Premier è stata molto criticata ma, personalmente noi di Justweb la riteniamo giustissima.

Innanzitutto, come in molti hanno fatto in rete in questi giorni, va ricordato che non è la prima volta che si ricorre all’uso di “testimonial” per indirizzare la popolazione verso la strada giusta in materia di salute: Elvis Presley, nel 1956, si fece vaccinare contro la polio in diretta tv. Questa operazione, avvenuta prima che il concetto di influencer marketing esistesse, portò ottimi risultati: in 10 anni la polio negli USA passò da 58.000 casi a 91, come riporta Focus.

Noi ci sentiamo di aggiungere che, seppur poco strutturata, l’idea del Premier Conte o di chi per lui è stata utile per raggiungere i giovanissimi italiani, lontani dalla tv ma attaccati al cellulare. Quindi, quello dell'influencer marketing, è  il mezzo giusto per arrivare al target che non poteva essere raggiunto da avvisi in tv a schermo blu e dirette del Premier. Se fossero stati gli over 60 il target da sensibilizzare all’utilizzo della mascherina, di certo si sarebbero utilizzati altri mezzi.

Un influencer può quindi promuovere di tutto?

Bisogna come sempre avere una piena consapevolezza dei propri asset aziendali. Nel caso del settore turistico, dobbiamo avere ben chiaro se vogliamo che i nostri ospiti siano famiglie, coppie o gruppi di amici. è sbagliato pensare che l'influencer marketing sia destinato solo ai giovani e giovanissi, anche le persone più adulte possono essere raggiunte scegliendo i "testimonial" giusti.

L’influncer di quale settore scegliere? Prevalentemente lifestyle, ma anche gli amanti del beauty, del fashion e del fitness vanno in vacanza. 

Per questa difficile estate 2020 parecchi enti regionali hanno invitato una o più influencer a visitare i loro territori. Il Touring Club ha lanciato il progetto Estate nei borghi, per raccontare e promuovere i piccoli comuni certificati con la Bandiera Arancione. L'operazione di promozione consisteva in un tour dell’italia raccontato sottoforma di sfida tra due celebri influencer (Estetista Cinica e Paolo Stella) per far decidere ai fan lo scatto migliore. Nella nostra zona, invece, abbiamo notato il Belmond Hotel Caruso a Ravello che ha ospitato un gruppo di celebri amici influencer. Ovviamente non abbiamo i risultati di queste azioni di marketing, ma siamo sicuri siano state un successo. 

Certo, non tutti si possono permettersi big influencer come l’Estetista Cinica che conta 700 mila e più followers ma, ve lo ripetiamo per l’ennesima volta: non sono solo i numeri a testimoniare il valore di un account, quanto la forza della sua community. 

A chi rivolgersi allora? 

Di questo parleremo nel prossimo articolo, tra due settimane, non perdetelo!